Tutto ha un prezzo

Non chiedetemi le prove perché non le ho. Non ho fax, lettere, mail o registrazioni di telefonate, quindi vi dovete fidare di quello che dico basandovi sulla certezza che se dovessi perdere del tempo per inventarmi una storia non lo farei costruendo una trama pallonara che so interessare davvero pochi e mi concentrerei su qualcos’altro.

Fatta questa premessa, visto che come vi ho già detto – e sempre più spesso si sente ripetere – nel calcio c’è chi paga per giocare, ho deciso di darvi qualche prezzo, così sapete quello cui state andando incontro, perché so che c’è sicuramente tra di voi qualcuno che sta per accettare una proposta facendo un “sacrificio” anzi un “investimento sul futuro” (ne abbiamo parlato qui e se resta il post più letto della storia di questo blog qualcosa vorrà pur significare). Se tra di voi c’è però qualcuno che lo ha fatto a cifre più convenienti di quelle che leggerete sotto, può farsi vivo e raccontarlo, mi interessa molto raccogliere questo tipo di informazioni; ma se per caso c’è qualcun altro che ha pagato di più, credo che il silenzio mischiato a un po’ di vergogna sia la scelta migliore. 

Tanto o poco che abbiate pagato, sono certo che non siete più calciatori in attività, e se lo siete non di certo tra i professionisti. Chi paga di tasca propria non arriva da nessuna parte, ormai lo avete capito. Sì, mi riferisco a voi che lo avete fatto, per gli altri questo post valga come avviso, non è il primo e non sarà certo l’ultimo, poi fate come volete. 

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Lo so che son le cifre che aspettate, ma prima di dirvi quelle che mi sono state proposte occorre fare una piccola introduzione perché le richieste di denaro possono arrivare da tanti personaggi che bazzicano intorno ai campi di calcio e possono nascondersi dietro a procuratori, intermediari vari, finti procuratori, osservatori non ben identificati (ma anche ufficialmente a servizio di società) senza dimenticare allenatori e dirigenti (responsabili settore giovanile o direttori sportivi ma anche qualche presidente). Richieste che possono essere mascherate e spacciate come contributo spese per vitto e alloggio (che dovrebbe essere a carico della società, soprattutto per i minori) o sponsorizzazione ma restano sempre richieste di denaro per far mettere i piedi in campo, ricordiamolo. Non sempre tra l’altro, perché nemmeno pagando si ha la certezza di giocare. Sì, avete letto bene, nessuna certezza, succede in quelle società dove il ghiotto direttore si lascia un po’ prendere la mano ed esagera con i tesseramenti a pagamento perciò, quando in rosa di giocatori che pagano ce ne sono troppi, la scelta ricade su chi ha versato di più. Semplice. Ribadisco, non sto inventando nulla, sono esperienze vissute in prima persona, quelle che ho scritto in Procuratore? No, grazie! e che continuo a ripetere (e rivivere).

Quanto costa allora?  

Partiamo con le cifre per quei ragazzi al termine del percorso giovanile, vale a dire il giovane di serie in addestramento tecnico (cioè con piccola retribuzione a seconda della categoria, quello che in molti erroneamente credono sia un pre-contratto), bene per questi la richiesta va dai venti ai venticinquemila euro. Cifra che raddoppia se si vuole un rinforzo ovvero la presenza frequente con la prima squadra durante la settimana e la promessa (non garanzia) di spinte per convocazioni nazionali. Ottimo modo per  farcire il curriculum. 
Si sale a ottantamila se invece si vuole entrare subito nel mondo del professionismo stipulando un contratto vero e proprio. Un giovane che gioca in Primavera, si allena con la prima squadra ed è già sotto contratto ha sempre il suo fascino per chi seleziona i ragazzi leggendo mail.  
C’è poi il trattamento top che riserva oltre al contratto, la frequente presenza settimanale con la prima squadra, ma anche l’esordio in campionato, e qui si arriva intorno ai centomila euro. 
Questo per chi ha un portafoglio pieno e punta alla massima serie o alla B, per la Lega Pro le cifre si abbassano e non si fanno molte distinzioni; un anno di contratto è “acquistabile” per circa trentamila euro ma si sale anche intorno ai trentacinquemila euro, dipende dalla piazza e dal furbacchione che la gestisce. Anche qui però, se si tratta solo di giovani di serie, la media per l’anno di addestramento è intorno ai quindicimila euro con punte sui ventimila a seconda dei bonus messi sul piatto. Scendiamo di età, perché si chiedono soldi anche per i ragazzi più piccoli, gli allievi per intenderci. Dieci o dodici mila euro possono essere tranquillamente richiesti con la scusa che il mantenimento annuale del ragazzo costa, che la società non può investire su tutti e quindi giocarsi una possibilità ha un prezzo. 
Poi ci sono i figli degli sponsor, quelli che espongono gli striscioni, tirano fuori vagonate di denaro (e qui si potrebbe aprire il discorso delle fatturazioni per sponsorizzazione, altro argomento interessante per chi maneggia moneta) per lo scarpone di casa che gioca e magari ha pure il contratto prima degli altri, dipende da quanto investe papino. Che poi lo sappiamo tutti quanto ritorno è in grado di dare uno striscione appeso in un campetto d’allenamento no? Enorme! Lo ammetto, quando vado a vedere una gara del campionato giovanile, leggo tutti gli striscioni appesi, poi guardo la distinta… e sorrido trovando il collegamento.
Nei dilettanti le cose cambiano, più che chiedere denaro si tende a promettere e poi a non dare. Solitamente infatti i rimborsi spese vengono garantiti a inizio anno ma dalla metà del torneo in avanti li prendono davvero in pochi.  Anche qui c’è il genitore sponsor, a cifre minori rispetto a quelle del mondo del professionismo, ma  va rimarcato il fatto che negli ultimi anni i prezzi si stanno alzando notevolmente vista la forte richiesta 

Nei dilettanti! 
Piuttosto incredibile non credete?
Non vi basta? 
Ok, scrivo ancora due parole sulla porta che guarda al mercato estero.  
Qui gli intermediari che garantiscono carriere oltre confine aumentano di anno in anno; c’è chi solo per  una consulenza, vale a dire per mettere in contatto il giocatore (o genitore) con la persona giusta in altro stato, chiede due o tremila euro, chi invece organizza provini di qualche giorno cui segue la dichiarazione della volontà da parte della società di chiudere l’accordo ma, visto che per questioni burocratiche occorre anticipare delle spese, tocca al giocatore tirare fuori i soldi. Il fesso che ci casca, se va bene, finisce a giocare in un campionato di terza categoria in un’isola greca altrimenti resta a casa con qualche soldino in meno. 

Si paga per inseguire una carriera improbabile, si paga per allenare (tema che affronteremo molto presto) ma si paga anche per smettere di giocare in una squadra per andare in un’altra. Eh sì perché  se è vero che nelle N.O.I.F (norme organizzative interne della Figc) sono sette i modi per sciogliere il vincolo (altro argomento di cui si parla tanto ma poi diventa tabù quando si tratta di fare davvero qualcosa), è altrettanto vero che è l’ottavo – quello non scritto – il più utilizzato: lo svincolo a pagamento. 
In contanti e al dirigente possibilmente. 

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